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Che valga la Speranza!

La Politica è la risposta a tutto ma solo se fa davvero la Politica. Solo se fa seriamente i conti con il Territorio.


In una mattina di sole autunnale di oltre tre anni fa, un uomo poco più che cinquantenne mi fermò per un vicolo ai piedi della zona storica della Città di Canosa: aveva raccolto l’indiscrezione che percorreva le vie di Canosa preannunciando il mio ingresso nella Giunta Comunale. Quell’uomo, umile e discreto, mi fermò con gli occhi lucidi e il volto provato dalle preoccupazioni per la precarietà famigliare. Mi fermò. Mi parlò delle speranze che riponeva in me, della fiducia riposta nella mia nomina e della necessità che si trovasse qualche opportunità per chi come lui, alla sua età, si ritrovava senza lavoro.


Io avevo 24 anni, fresco laureato in una prestigiosa università privata del Paese. Raggiunto solo qualche ora prima dalla proposta ufficiale, ebbi subito il mio primo faccia a faccia con la sofferenza di un uomo che aveva l’età di mio padre e del quale conoscevo i figli. Ragazzi con la testa sulle spalle, studenti brillanti con un presente di lavoretti saltuari fatti per far quadrare i conti quotidiani.


Una crisi lunga e devastante come quella che vive il nostro Paese mi aveva messo spesso in situazioni simili. Tuttavia, caddi su me stesso perché era la prima volta che affrontavo questioni del genere da quasi uomo delle Istituzioni. Era una conversazione che aveva tutto un altro sapore. Avrei potuto fare qualcosa subito. Anzi, avrei dovuto. Almeno così speravo con l’ingenuità dei miei 24 anni passati ad amare la politica. Pensando che essa sia la risposta a tutte le domande, destinata a cambiare la vita di tutti.

Tuttavia, alla prova dei fatti, i miei due anni e mezzo da assessore sono stati la delusione più bruciante di tutta la mia vita. Intendiamoci bene, io fui una delusione. Almeno così mi sentivo e mi sento oggi se ripenso a quell’esperienza, a tutta quella responsabilità. Ancora meglio, così credo sia oggi l’impegno istituzionale: deludente. Ed anche molto triste.


Fondamentalmente si tratta di sfide quasi impossibili perché oggi le Istituzioni non sono in grado di fare quello che dovrebbero. Almeno quasi mai. Non voglio dire che le cose non si possono fare, ma che tutto è drammaticamente difficile. Soprattutto se pensiamo che bisogni e sofferenze delle persone non possono stare ai comodi della burocrazia. Né tantomeno la dignità delle persone può essere oltraggiata per far quadrare i bilanci degli enti istituzionali. Anche perché, diciamocelo, la politica in questi anni non ha avuto la sobrietà e l’umiltà necessaria ad affrontare in maniera credibile la più grave crisi socioeconomica nella storia del Paese.


Allora, ecco perché Radici. Politica è Territorio. Perché col tempo ci siamo resi conto che avevamo ragione: la Politica è la risposta a tutto. Solo che sbagliamo il modo di affrontarli, questi problemi: ognuno di noi ne focalizza uno e su quello inizia a trovare le risposte giuste. Poi magari si organizza per come può. Arrangiandosi. Succede così che le risposte giuste non hanno la forza che dovrebbero avere: diventano battaglie di pochi, direttamente interessati.


Ho vissuto questa drammatica certezza in un altro momento della mia vita politica: una riunione sulla sicurezza stradale nella mia città. Una riunione semi deserta in un territorio ferito nel profondo da una serie di drammatici incidenti stradali nel corso di pochi anni. Sempre sulle stesse strade affidate più volte alla sensibilità della Politica. Eppure, appunto, una riunione semi deserta con i famigliari delle vittime di quelle tragedie e pochi amici.


Tutto questo è inaccettabile e, dunque, non lo accetteremo più.

O almeno proveremo a lottare.

Perché la nostra convinzione non è dettata dall’ingenuità, né tantomeno è sbagliata: la Politica è la risposta a tutto ma solo se fa davvero la Politica. Solo se fa seriamente i conti con il Territorio. Solo se guarda in faccia la realtà con credibilità. Per questo Radici. Per costruire un rapporto credibile fra politica e cittadini. Per appassionare ognuno al problema dell’altro. Per coinvolgere tutti in almeno un progetto di cittadinanza attiva. Per esaltare le eccellenze imprenditoriali e associative. Per sostenere e ringraziare i volontari. Per promuovere iniziative per lo sviluppo dei territori. Per dare voce a tutti quelli che hanno qualcosa che valga la speranza di condividere. Che valga la speranza. E che ci riporti alle radici del senso stesso della nostra vita: fare di questo mondo un posto migliore.


Marco Silvestri

Co-Fondatore di Radici


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